PAGLIACCI

Opera in due atti di Ruggero Leoncavallo

LA VOIX HUMAINE

Atto unico su musiche di Francis Poulenc e libretto di Jean Cocteau

Direzione d'orchestra: Matteo Beltrami
Regia: Leo Muscato
Assistente alla regia: Valentina Escobar
Movimenti coreografici: Sandhya Nagaraja
Scene: Antonio Panzuto
Costumi: Monica Iacuzzo
Disegno luci: Alessandro Verazzi

Produzione Teatro Ponchielli Cremona, Teatro Sociale Como, Teatro Grande Brescia, Teatro Pergolesi Jesi, Teatro Comunale Ferrara, Teatro Fraschini Pavia

Note di regia:
“C'è bisogno di un teatro necessario. Un teatro che non parli allo spettatore ma nello spettatore. Un teatro che sia in grado di interrogare con fermezza il presente ma con leggerezza ed ironia. Questa necessità diventa oltremodo doverosa quando ci si accosta ai grandi maestri del passato. E' doveroso sforzarsi di capire in quale contesto sono nate, cosa le ha rese necessarie e rivelatrici agli spettatori loro contemporanei e come renderle necessarie oggi.

Questo è il compito che ci siamo prefissi. Pagliacci ando' in scena nel 1892, ma Leoncavallo lo aveva ambientato fra il 1865 e il 70. I protagonisti erano comici girovaghi di una compagnia che si ispirava alla commedia dell'arte, un genere teatrale svanito nel dimenticatoio. Affrontando lo studio di Pagliacci, è sorta subito l'esigenza di aderire quanto più possibile ai principi che ne hanno ispirato la nascita. Si è consolidata ancora di più l'idea che per rimanere fedele al pensiero dell'autore , non bisognava aver timore di operare qualche tradimento. E' per questo che la vicenda è stata traslata nel tempo. Abbiamo avvicinato la storia ai nostri giorni senza trascurare il lieve stacco temporale voluto dall'autore stesso. Si è scelto di dare un carattere ben preciso allo spettacolo che questi comici portano in scena, una sorta di reinvenzione contemporanea della Commedia dell'Arte, vicina allo spirito etremamente goliardico e anche un po' volgare insito nel genere stesso. Poi ci si è concentrati sull'universo teatrale che si voleva raccontare, cercando di far emergere il privato di questa compagnia e scegliendo di mostrare il “dietro le quinte” del loro spettacolo, solitamente precluso allo spettatore seduto in platea che questa volta avrà più informazioni di quante ne abbiano i personaggi rappresentati in palcoscenico.

Il percorso di avvicinamento alla Voix Humaine è stato pressoché identico. Solo che qui si è cercato di mettere in primo piano il dolore di chi soffre per amore , in seguito all'abbandono da parte della persona amata.

La camera da letto minuziosamente descritta da Cocteau, qui diventa una stanza metaforica che sconfina dalle quattro mura di un appartamento e si fa luogo dentro cui proiettare paure e ossessioni. La protagonista tenterà in tutti i modi di fuggire questo stato; pretenderà una sincerità troppo dolorosa da sopportare e si perderà all'interno di un delirio immaginativo, visualizzato da un gioco di ombre, luci e presenze. Alla fine si ritroverà ancora una volta fra le quattro mura della sua camera da letto ad aspettare che il tempo faccia il suo corso.”
(Leo Muscato)